In molti lo conoscono già, anche se si fermano incuriositi a leggerlo: ce l’ho sullo screensaver del mio computer, come banner nel mio ufficio, come firma nei miei interventi sui vari forum… e non potevo non inserirlo come sottotitolo del mio blog!
Nihil mihi iucundius quam deambulando invenire quod eundo quaero è una frase che mi è saltata per caso mentre ricercavo qualche riferimento per preparare un incontro di Azione Cattolica: è un detto di un padre del deserto, che subito mi ha affascinato e conquistato. Non solo perché è in latino (una lingua che adoro, e immagino adesso molti di voi che sono colti da convulsioni o conati di vomito, tanto da sceglierla per la mia laurea, in Storia della Lingua Latina, appunto), ma perché esprime molto del cammino della mia vita, in tutti i suoi aspetti.
Potrei tradurla, alla buona e un po’ letteralmente, non c’è niente di più gioioso per me che trovare camminando quello che cercavo con il mio andare. Stupendo, no? Dà il senso della scoperta, misteriosa e meravigliosa, di ciò che la vita di volta in volta ci pone di fronte. Ciò che cerco è ciò che mi verrà incontro… ed è proprio ciò che mi verrà incontro sarà l’oggetto della mia gioia. Sognare è bello, rilassante, tranquillizzante, ma la gioia sta nell’afferrare ciò che la vita ci mette di fronte, e saperne godere con letizia e semplicità. Quale migliore motto di questo per il mio viaggio, incontro a novità mai neppure sognate?
Grazie a coloro che hanno già visitato il mio blog, grazie agli amici che mi hanno lasciato un messaggio e scusate se in questa prima fase ci saranno pochi aggiornamenti: prima di un viaggio di questo genere, devo fare molte cose, senza contare il lavoro che è (giustamente) assillante!
Boss, ma la frase in latino era di Cicerone o Seneca!???