Finalmente… dopo la pausa dell’anno scorso, abbiamo acceso di nuovo il "focaracchio" ieri sera e per la prima volta lo abbiamo fatto nello spiazzo della chiesa nuova! Dopo una vibrante veglia dell’Immacolata, tutti fuori con i cappotti e i giubbini pesanti ad attendere che la catasta di legna venisse incendiata… Ce ne ha messo di tempo: e se non fosse stato per Massimo che è andato a prendere a casa un po’ di nafta… chissà quanto tempo avremmo atteso! Mentre le lingue di fuoco salivano al cielo, antico gesto di purificazione di significato apotropaico che da secoli ci tramandiamo a Miglianico ogni 7 dicembre, e mentre in tutto il paese si accendevano altri focaracchi con fuochi d’artificio, mortaretti, tric-e-trac, tutti insieme, grandi e piccini, giovani e giovani da un pezzo, abbiamo fatto corona al fuoco cantando a squarciagola, prima la meravigliosa "Lui" e poi via via dando fondo al repertorio musicale italiano… E per finire, non potevano mancare i bans dell’ACR, che ci fanno tornare tutti bambini!
Sono queste le cose che mi legano strettamente alla mia Miglianico: riti semplici che nella loro ripetitività ci rendono comunità, una cosa sola, dovunque noi siamo! Ecco perché capisco i miei zii d’Australia che mi raccontano come da loro le feste siano pensate ancora come se fossero qui: anche da loro ieri hanno acceso il focaracchio (certo lì è estate e dunque l’hanno fatto al mare, davanti ad un ricco barbecue), anche da loro Natale è come quello di qui, con i dolci di qui e le tradizioni di qui.
Credo proprio che non sentirò la nostalgia della "comunità" quando sarò in Australia, ma certamente mi mancheranno i volti degli amici più cari, senza i quali i riti e le abitudini quest’anno non saranno gli stessi! Ma ha ragione Valentina, che stamattina mi ha fatto un "partacchione": "Non ti preoccupare, va’ dove devi andare… Ci si rivede qui!"
P.S. Ho aggiornato le foto: Ci sono nuove immagini di Miglianico, splendida nel periodo natalizio, le foto del "focaracchio" e quelle della festa dell’adesione di stamattina!