Un Capodanno indimenticabile

PREMESSA – Quando si parla di Capodanno qui in Australia si intende sempre l’1 e il 2 gennaio, che qui costituiscono due giorni di festa indivisibili, con gli uffici pubblici e i principali esercizi chiusi. E noi abbiamo fatto ugualmente un “lungo Capodanno”, riposando (?!?) mente e corpo, blog compreso!

Che il Capodanno 2006 risultasse indimenticabile non era certo tra le possibilità contemplate mentre rientravamo a casa dal giro nel centro di Brisbane (vedi racconto sotto), ma, appena passata la soglia di casa, la “salvezza” da una serata “pensionata” all’Anfe si è materializzata allorquando zia Uliana mi ha detto che aveva telefonato Hayley per metterci d’accordo per la serata! Ritelefoniamo e tutto è organizzato: alle 21 ci vedremo alla casa Anfe per passare la mezzanotte insieme in città! Con rinnovata energia, mi lavo e con una certa soddisfazione indosso l’abito gessato blu (il mio preferito) con la camicia e la cravatta da me adorate, pronto per una breve cena all’Anfe…

Zio Pasquale puntuale come un orologio svizzero ci è venuto a prendere alle 18.15 e un quarto d’ora dopo eravamo nell’ampio salone dell’associazione emigrati, accolti da una schiera di compatrioti dai 65 anni in su! La serata comunque non è stata malvagia o noiosa, anzi… mi ha dato la possibilità di conoscere la realtà degli emigrati italiani in Australia, sentire molti racconti di duro lavoro e di ricordi italiani ormai sbiaditi ed ingialliti, incontrare persone che conoscevano alcuni conoscenti! Ovviamente, lo zelo di zio Pasquale ha fatto sì che mi chiamassero, insieme con Marco che a mezzanotte avrebbe compiuto 23 anni, a parlare a tutta la platea per dare un saluto ed ascoltare le prime impressioni sull’Australia. Ho parlato a braccio per circa dieci minuti, ringraziando della serata, ricordando le comuni origini italiane da non dimenticare e che lodevolmente l’Anfe contribuisce a non obliare e dichiarando, forse con troppa enfasi, che l’Australia, che non avevo voglia di visitare, mi aveva conquistato del tutto, promettendo di ritornare. Una promessa che, comunque, onorerò! La lenta liturgia del cenone, intervallato da quarti d’ora e più di musica e balli rigorosamente liscio, è stata finalmente spezzata alle 21.30 dall’arrivo di Hayley, accompagnata dalla sorella Sian (che conoscevo per la prima volta, dopo i racconti di mia sorella Marcella e papà) e dal suo boyfriend Andrew (un “armadio a due ante”, come ama dire mio zio Lorenzo).

Dopo qualche titubanza, minuti di imbarazzo, la fuga si materializza: io e Marco saliamo sulla macchina di Andrew, direzione casa per sciacquarci e soprattutto cambiarci. Indossati camicia e jeans, presi con me 100 dollari e soprattutto il passaporto (all’ingresso di ogni locale australiano, tutti devono mostrare la patente o il passaporto per dimostrare di essere maggiorenni, visto che qui la carta d’identità non esiste), ci avviamo a piedi verso la fermata del 190. Questa è una stranezza davvero intelligente: qui nessuno il sabato sera, e a maggior ragione la notte di Capodanno, si azzarda a prendere l’automobile! Se qualcuno lo fa è perché sa che non berrà alcolici: qui il controllo è rigidissimo e le pene lo sono ancor di più! Infatti, sull’autobus ci sono giovani di ogni età e condizione, chi sobrio chi già un po’ alticcio, pronti a festeggiare l’anno nuovo. Scesi nel cuore del centro cittadino, ci dirigiamo verso un noto discopub, in cui entriamo senza pagare, una prassi a Brisbane centro: si paga solo la consumazione, che del resto non è neppure obbligatoria! Quando Hayley, Sian ed Andrew vengono informati da noi sul costo degli ingressi alle discoteche italiane, specie a Capodanno, sgranano gli occhi!

Beh, chi mi conosce sa bene come io non soffra le discoteche né vada matto per gli alcolici (bevo solo quelli dolci e zuccherati, tipo limoncello, ratafià, crema di whisky…): eppure, l’atmosfera tranquilla ed accogliente del locale mi mette il turbo e dopo un Bayles con latte inizio a ballare in pista, accompagnato da Marco ed Hayley, e ballando ballando ci ritroviamo tutti e tre sul cubo, accanto al countdown che attende la mezzanotte: avrò ballato senza pensieri per più di un’ora, fino a mezzanotte e mezzo, intervallando le danze con un altro Bayles con latte e con un Bacardi e coca. Marco intanto, che già aveva fatto il pieno di birra all’Anfe, ne ha bevuta altrettanta al locale, festeggiando all’impazzata il compleanno! Hayley, poi, è una bevitrice da competizione e il bello è che non si ubriaca, anzi… Molto più moderati Sian ed Andrew che però ci lasciavano per lunghi tratti soli…

All’una cambiamo locale: dal centro ci spostiamo in periferia, nella zona di Fortitude Valley, per raggiungere la quale chiamiamo uno delle centinaia di taxi “collettivi” (a otto posti) che girano senza sosta per Brisbane, caricando giovani che si trascinano da un locale ad un altro. La nuova meta è evidentemente periferica, sia per il luogo sia per la gente: se in centro erano prevalentemente bianchi wogs (di origine europea), insomma la upper class e la middle class australiana, qui (dove si pagano 10 dollari d’ingresso, poco meno di 6 euro) il mescolamento di razze è più evidente e si incontrano ragazzi di ogni ceto sociale. Altro giro di bicchieri prima di iniziare a ballare: stavolta stiamo quasi ininterrottamente in pista dall’una e mezzo fino alle cinque, con una pausa solo per bere acqua a volontà, che i gestori del locale mettono a disposizione gratuitamente in enormi caraffe ai quattro angoli della pista da ballo. È pazzesco quanto ho ballato e quanto mi sia divertito: credo che sia stata l’atmosfera e soprattutto il non avere inibizioni relativamente a chi mi stava intorno… Ho avuto comunque modo di vedere molte situazioni e capire molti comportamenti durante le ore di danza… Hayley e Marco (Sian ed Andrew alle 2.30 ci hanno abbandonati) sono stati compagni di ballo eccezionali, con i quali mi sono divertito a creare situazioni di complicità anche a distanza: necessità, questa, anche perché Hayley era continuamente bersaglio di ragazzi che le si avvicinavano con ben precise intenzioni e noi due come falchi piombavamo con i nostri occhi vigili! Anche Marco è stato “avvicinato” da due ragazze, una delle quali addirittura lo ha tirato via dal cubo sul quale eravamo saliti, ma non ha colto al volo l’occasione, lasciando stupite e forse un po’ deluse le “cacciatrici” (quando zio Lorenzo lo ha saputo si è disperato!!!).

Poco prima delle cinque, poiché un ragazzo insisteva troppo con Hayley (erano due ore che la fissava e che ogni tanto “ci provava”, ricevendo sempre rifiuti e guardando poi storto sia me sia Marco), abbiamo preso la decisione di andare via, anche perché i nostri piedi non reggevano più! All’uscita mi ha stupito la lunga fila ordinata di giovani che attendevano sulla passerella il taxi: saremmo stati almeno in 40 e tutti educatamente in fila, nonostante qualche bicchiere di troppo di qualcuno! Ma, intorno alle 5.20, inaspettatamente passa il 190 e noi subito lo accalappiamo al volo. Arriviamo a casa alle 5.40, ma giù papà e zia Uliana erano svegli: rapido caffé, mentre raccontiamo la nostra serata e finalmente… il letto!!!

Quando ho riaperto gli occhi e mi sono ripreso erano le 13.30 circa e ho trovato i superstiti della cena Anfe a tavola: io ho preso solo un caffé e mi sono andato a fare la doccia! Poco dopo, si decide di andare a Redcliffe, in riva al mare, a 50 km. da Brisbane: papà usa la sua patente internazionale per scarrozzarci con l’automobile dello zio Fernando! A Redcliffe, sono ancora del tutto rintronato e nemmeno un Cornetto Algida (ditta che qui si chiama Street, ma sempre quella è, con lo stesso simbolo) mi rimette su! Quando arrivano mio cugino Paolo e Lisa, la compagna, la proposta di zio Lorenzo di andare a festeggiare il compleanno di Marco con fish&chips viene approvata e tutti ci dirigiamo al famoso “Morgan’s”, una vera e propria azienda di fish&chips in riva al mare, con decine di pescherecci che portano ogni tipo di pesce fresco al market, nel quale ognuno si può scegliere vis-à-vis con i pesci il proprio fish con le chips… C’è poi un’area enorme per mangiare, comodamente seduti e all’ombra.

Torniamo a casa e si prepara la cena (ma quanto mangiamo qui!!!): con noi c’erano anche Hayley, che ormai ha deciso di rimanere a casa con noi per tutto il periodo in cui staremo qui, Sian ed Andrew. Dopo cena, si sono aggiunti mia cugina Gabriella (la mamma di Hayley e Sian) con l’altra figlia Vanessa: in una lunga serata di risate e racconti, ho imparato con loro più inglese che nei precedenti quindici giorni, raccogliendo anche qualche complimento per la mia capacità di farmi capire in una lingua che ho sempre odiato! Andiamo a nanna dopo mezzanotte, ma alle 6.30 è prevista la sveglia, visto che Paolo e Lisa ci porteranno a Coolangatta, ai confini a sud con il New South Wales, poco dopo la Gold Coast per una giornata di mare…

La prospettiva, ovviamente, non è che mi esaltasse, ma se qui è estate non posso pretendere di evitare il mare… e che mare! Altro che Redcliffe, che pure aveva un bel parco a ridosso della spiaggia! Coolangatta è davvero una grande perla sull’oceano, con sabbia finissima, onde medio-alte e acqua pulitissima! Insomma, sono sceso in spiaggia e in acqua anch’io, dopo dieci anni di lunga assenza! Il sole, comunque, picchiava forte, costringendoci a quintalate di crema protettiva e a mettere comunque la maglietta addosso… Non è servito a niente e mi sono scottato lo stesso, comprendendo di nuovo i motivi per cui odio andare al mare: dopo un primo entusiasmo è la noia sotto l’ombrellone e poi ci si scotta… Che male!!!

Breve brunch a McDonald’s e passeggiata per Coolangatta che ha una curiosissima particolarità: praticamente è tutt’uno con Tweed Heads, un’altra cittadina, che però fa parte dello stato del New South Wales, tant’è che nel cuore della città c’è un monumento che segna il confine fra le due realtà amministrative e i due stati, ma anche fra due orari diversi! Infatti in Queensland non c’è l’ora legale come in New South Wales e quindi accade che case che si trovano di fronte, lungo la stessa strada di confine, abbiano due orari diversi: qui le 14, lì le 15! E infatti, mi raccontava poi la zia Uliana, Coolangatta e Tweed Heads sono famose perché il Capodanno vi si festeggia due volte: una alle 24 della prima e l’altra alle 24 della seconda!!!

Dopo la passeggiata, Paolo e Lisa ci hanno portato a Broad Beach, nella Gold Coast per un gelato davvero italiano e qui, manco a farlo apposta, abbiamo trovato una coppia di australiani di origine italiana e la signora aveva la nonna di Miglianico, Maria Anzellotti di Cagialone! Quanto è piccolo il mondo! Ma che bello sentire nominare all’improvviso Miglianico, con il tipico accento inglese! Gelato e caffé, passeggiata e poi si riparte: alle 18 avevamo la cena a casa di zio Pasquale, nella quale però siamo arrivati con 50 minuti di ritardo!

Cena superba (zia Ada è una buonissima cuoca) e passeggiatone lungo le rive del Brisbane River e nel New Farm Park, con le mie gambe ormai in fiamme per la scottatura!!!

E così si è concluso il mio indimenticabile e lunghissimo Capodanno australiano!

 

Nota a margine: per aggiornare il blog e non lasciare senza racconti e foto i tanti che hanno "protestato" (in primis mia madre e mia zia) per la "lunga" assenza di notizie, ho affrontato il terribile sole di Brisbane di oggi… 35 gradi che picchiano disperatamente sulle mie gambe in fiamme! Immaginate che non riesco a non zoppicare per il dolore! Cosa non si farebbe per la mamma…

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Una risposta a Un Capodanno indimenticabile

  1. Luca ha detto:

    Bravo…bravo….mo come ci torni qui in italia….hihi…la prossima estate non avrai più scuse…

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