25 novembre: Discovering Toronto

 
Miracolosamente, questo martedì è stato caratterizzato dall’assenza di impegni ufficiali e, grazie anche alla tenuta del tempo (nuvoloso con temperature “miti”, ossia oscillanti tra i 2 e i 5 gradi), abbiamo finalmente potuto fare un tuffo nell’antica Toronto, che in realtà ha lasciato ben poco di sé. Ad aiutarci, anche se inconsapevolmente, è stata la colazione mattutina, che non abbiamo fatto a casa, ma da Severino Martelluzzi, corrispondente del Consolato italiano a Toronto: infatti, arrivati alle 10 nella sua casa, ci si para innanzi un vero breakfast all’inglese, di un’abbondanza inusitata. Bacon, salsicce in formato mini, patate tagliate a listellini e fritte insieme, frittata di patate e frittata con pancetta, waffen (una specie di pizzelle molto alte e morbide che si scaldano al tostapane) con e senza mirtilli, crostata di “mirucule”, muffin neri e bianchi, succo d’arancia, caffè: insomma, una super colazione che ha fatto anche da pranzo. Grazie a questa possibilità, abbiamo deciso di girare la città senza fermarci per la pausa pranzo, visto che in serata avremmo avuto la cena al club Abruzzo con il direttivo del Val di Foro Social Club.

Con noi, oggi, non c’è Marco che è impegnato in un tour molto meno affascinante tra gli uffici comunali di Toronto, per farsi rilasciare il certificato di nascita al fine di conseguire il passaporto canadese, visto che lui è nato proprio qui,

Finalmente, dopo diversi giorni in cui abbiamo insistito, siamo riusciti ad andare a Pioneer Village, proprio dietro l’università di York, che, tra l’altro, era in subbuglio a causa di una protesta di studenti che bloccavano il traffico sulla York Road, la strada principale che taglia in due il campus universitario e che noi dovevamo obbligatoriamente percorrere.

Pioneer Village, come dice il nome stesso, è un villaggio che risale all’epoca dei pionieri inglesi (metà dell’Ottocento) e non è ricostruito: tutti i pezzi, le case, la chiesa, le stalle, le botteghe sono originali, provenienti da tutte le città dell’Ontario e ricollocate per creare un villaggio tipico del XIX secolo. All’interno, ragazzi e giovani riproducevano gli antichi mestieri, spiegando a tutti i visitatori, in prevalenza bambini delle scuole elementari canadesi, la storia degli oggetti, dei lavori e della vita dei primi abitanti occidentali dell’Ontario: un tuffo splendido all’indietro di due secoli, che sono le fotografie possono rendere pienamente. Maniscalco, sarto, fabbro, maestro, contadino, avvocato, pastore presbiterano, mugnaio, tipografo e addirittura membro di loggia massonica: sono tutte figure che vengono evocate all’interno di Pioneer Village che costituisce una testimonianza vivente di un’epoca che ha fatto grande il Canada, allorquando era ancora un dominion della Corona Britannica e, per quanto riguarda il Québec, una provincia d’oltremare del Regno di Francia.

Al termine della visita, altro shopping nel negozio interno: stavolta abbiamo trovato davvero tante cose tipicamente canadesi, compreso il tradizionale copricapo di castoro dei pionieri dello Yukon (quello, per intenderci, che indossava zio Paperone nelle storie a fumetti in cui si ricordano le campagne dell’oro nel mitico Klondike): un ricordino che ha tentato un po’ tutti, ma abbiamo resistito alla tentazione, allorquando ci siamo accorti che in realtà era una riproduzione in poliestere e pelo di coniglio!

Breve pausa caffè alla bakery (una specie di forno-pizzeria-pasticceria) di D’Aversa, che, unico in Canada, ha il forno a legna per la pizza (e il caffè è davvero spettacolare) e subito ci siamo rituffati in centro città per vedere il secondo pezzo storico di Toronto, Casa Loma, una splendida residenza-castello fatta costruire da un ricco ufficiale dell’esercito canadese, sir Henry Pellatt, nei primi anni del Novecento. Tutto, dentro Casa Loma, parla di sfarzo e maestosità: le stanze, i mobili, gli accessori, i cimeli di guerra (Pellatt fu tra i protagonisti della storia militare del Canada tra fine Ottocento e il 1930, per poi finire in bancarotta per una serie di investimenti sbagliati). Tre piani più sotterraneo di autentica meraviglia, tutta ammirata grazie ad un’audio-guida a forma di telefonino cellulare che viene fornita all’ingresso. Sorprendentemente, scopro che la gestione della struttura, ora di proprietà comunale, è affidata al Kiwanis Club di Toronto: è come se fossi di casa, visto che sono l’addetto stampa del Kiwanis Club di Pescara!

Alla fine, io, Roberto e Gianluca saliamo fin sopra alla torre scozzese, tra capriate di legno e interminabili scale a chiocciola, ma la vista della città e dei giardini di Casa Loma dall’alto merita la fatica. Poi, nello scendere, uno scherzo di Roberto a me (si era nascosto dietro una porta di legno tra l’oscurità e mi ha d’improvviso toccato la spalla mettendomi paura: io sono saltato di mezzo metro quasi scalciando in aria) si è trasformato nella comica della giornata, costringendo tutti ad un rapido accesso ai bagni di Casa Loma per il troppo ridere.

Serata, come detto, al Club Abruzzo per la cena con il comitato del Val di Foro Social Club: un altro tuffo nell’Abruzzo di un tempo con i nostri connazionali sempre più affettuosi e sempre più simpatici. Menu assolutamente imperdibile: sagne e fagioli, fatte in casa e davvero fantastiche, salsicce di carne e di fegato, dolci tipici (tra cui gli ottimi cavicioni fatti da Floriana, da segnalare in maniera particolare). Ancora abbracci, baci, discorsi e richieste di saluti (mi sono attrezzato con taccuino e penna per segnare tutti i saluti da fare al mio ritorno: sono davvero tanti!!!): pensando al fatto che giovedì sera saremo ancora al Club Abruzzo per la serata dei saluti finali, già mi si stringe il cuore e mi commuovo… davvero il Canada mi è entrato dentro, al pari dell’Australia! Qui però sento un calore ancora più speciale rispetto alla terra dei canguri: ho assolutamente fatto bene a decidere di venire qui, sebbene avessi avuto molte incertezze prima di partire.

E ora non me ne vorrei andare…

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